Centralità dell’officium e l’obbligo di residenza

Gli interventi del Concilio di Trento: la centralità dell’officium e l’obbligo di residenza

Nel contesto dell’applicazione dei principi giuridici generali sul sostentamento, l’irriducibile complessità delle vicende storiche che, nelle singole chiese particolari, hanno contribuito a determinare le condizioni della vita materiale del clero costituisce un vasto ed interessante capitolo della storia dell’Europa cristiana. Non è questione di secondaria importanza, ad esempio, comprendere il ruolo giocato dalle problematiche economiche all’interno dei vari movimenti di riforma della Chiesa per il rinnovamento della vita morale e spirituale di tutti i cristiani in genere ed in particolare dei ministri del culto103.

Ai profili più propriamente ecclesiali si uniscono poi, in un intreccio quasi inestricabile, i mutamenti e le evoluzioni delle istituzioni civili, nel loro costante e dialettico rapporto territoriale e politico con il Papato e l’autorità episcopale. Ciò ha dato luogo ad una vasta gamma di norme e di consuetudini locali, un fenomeno che, con espressione tecnica, suole definirsi particolarismo giuridico e che sul piano sostanziale significa l’esistenza di esperienze assai diversificate.

Per queste ragioni il sistema beneficiale ebbe un carattere ben più articolato e composito di quanto abbiamo cercato di prospettare nelle pagine precedenti, sia nelle forme giuridiche che nelle realtà a cui de facto tali forme facevano riferimento. E’ quindi illusorio pensare che vi fosse un unico modello normativo e dottrinale rispetto al quale, agli occhi dello studioso, ogni variante sarebbe da considerarsi un’impropria deviazione.

Piuttosto lo schema interpretativo da adottare pare essere quello in cui i fondamenti di principio sono comuni e le applicazioni concrete conoscono invece una feconda molteplicità. E’ palese che un simile stato di fatto non andò esente dalle contraddizioni e dagli abusi e ciò si verificò ogniqualvolta la dotazione beneficiale veniva dissociata dalla sua finalità pastorale.

Con piena consapevolezza di queste problematiche gli interventi del Concilio di Trento in materia di sostentamento affrontarono numerosi aspetti che cercheremo di passare in rassegna.

103 «Ben prima del Concilio di Trento, la Chiesa aveva cominciato a cercare rimedio per i gravissimi mali che pesavano sulla sua esistenza dalla fine del Medioevo. […] Tuttavia, a mano a mano che il protestantesimo allargava la propria diffusione, a mano a mano che si rafforzavano, soprattutto, le sue strutture istituzionali, queste riforme sparse si rivelavano insufficienti; non erano più i soli abusi di ordine disciplinare che andavano repressi, ma tutto veniva rimesso in discussione: il bagaglio dottrinale, la vita morale e spirituale, l’ecclesiologia e i principi basilari della stessa cristianità. Solo un concilio ecumenico avrebbe potuto fornire una soluzione globale a quest’ordine di problemi» (R. Taveneaux, «Il cattolicesimo post-tridentino», 515-516).

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