La perseveranza – Vivere le virtù alla luce della testimonianza del Cardinale Van Thuan
Tutti possono cominciare, ma solo i santi riescono a percorrere la strada fino alla fine
Essere coraggiosi non comporta né avventurismi campati in aria né atteggiamenti temerari. Se vuoi arrivare fino in fondo a questo cammino della speranza, devi liberarti dalla paura. Quante persone rimasero vicino al Signore ai piedi della croce?
«Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù» (Mc 15, 43; cf. 2 Cor 11,21-33).
Non temere di parlare al Signore di tutto ciò che vuoi. Pensa a queste parole di Gesù: «Finora, non avete chiesto nulla in mio nome, chiedete ed otterrete» (Gv 16, 24). Non avere timori significa amare come un bimbo ama suo padre.
Non lasciarti scoraggiare dai fallimenti. Se hai cercato di fare la volontà di Dio, ogni fallimento può essere un successo ai suoi occhi, perché questo è il modo che Dio ha scelto. Guarda all’esempio di Gesù sulla croce.
«Ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra»(2 Cor 6, 4-7; cf. Rm 8, 28; 2 Cor 4,16-18; Eb 12, 1-3).
«L’intelligenza, infatti, non si restringe all’ambito dei soli fenomeni, ma può conquistare con vera certezza la realtà intelligibile, anche se, per conseguenza del peccato, si trova in parte oscurata e debilitata. […] Col dono, poi, dello Spirito Santo, l’uomo può arrivare nella fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino» (GS 15; cf. LG 3, 41; GS 35).
I risultati e il successo sono due cose diverse. Possono mancare i segni esteriori del successo, ma esserci invece una crescita nell’esperienza, nell’umiltà, una crescita nella tua fede in Dio; è questo il successo dal punto di vista soprannaturale.
Esiste un solo fallimento ed è non sperare in Dio. «Spe¬rate in Dio e non sarete delusi» (cf. Sai 22, 6).
«Al contrario, invece, se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera assai grave, come si constata spesso al giorno d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione» (GS 21; cf. LG 16; GS 82, 93; AA 4).
Non si può essere santi un giorno sì e un giorno no: una burrasca può spazzar via le apparenze e svelare la realtà interiore di peccato al di là di ciò che appare.
«Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore» (At 14, 23; cf. Mt 24, 13; Rm 2, 7; Eb 10, 36; Ap 2, 10; 3, 10-12).
«[I seguaci di Cristo] quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare con la loro vita la santità che hanno ricevuto. Li ammonisce l’Apostolo che vivano “come si conviene a santi” (Ef 5, 3), si rivestano “come si conviene a eletti di Dio, santi e prediletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza” (Col 3, 12) e porti¬no i frutti dello Spirito per la loro santificazione (cf. Gal 5, 22; Rm 6, 22). E poiché tutti commettiamo molti sbagli (cf. Gc 3, 2), abbiamo continuamente bisogno della misericordia di Dio e dobbiamo ogni giorno pregare: “Rimetti a noi i nostri debiti” (Mt 6, 12)» (LG 40; cf. LG 14; DV 3; PO 13; AG 5).