
Ma voi sapete chi sono io? Crescere nella limpidità della fede e nella coerenza della vita.
C’è da notare che, in genere, i giudizi che circolano tra la «gente» sono intenzionalmente positivi e benevoli: nessuno, o quasi nessuno, parla male di lui. Istituire la critica di queste opinioni, mostrandone sia il bagliore di verità che c’è in ciascuna sia i suoi limiti e la sua globale inconsistenza, è un lavoro di analisi lungo, ma non difficile, e in altra sede anche doveroso per il cristiano che vuol vivere la sua fede in modo intellettualmente maturo. Ma noi non ce lo proponiamo, in questa che vuol essere una meditazione e si prefigge solo il confronto tra le due posizioni (quella della gente e quella della Chiesa), per rilevare i due diversi modi di accostare il mistero di Cristo e prendere consapevolezza della loro totale e assoluta incompatibilità. Questa riflessione vuol solo inquietare, fino a estinguere, se possibile, la coesistenza nel nostro spirito di mondo e Chiesa, delle opinioni della gente e della conoscenza donataci dal Padre, per crescere nella limpidità della fede e nella coerenza della vita.
Anche se molto diverse tra loro, le opinioni della «gente» hanno in comune il ritenere Gesù di Nazaret un “caso classificabile”: «uno dei profeti». È un mito? La storia è piena di miti. E un’idea che ha segnato la vicenda umana? Sarebbe paragonabile alla gnosi del mondo antico o al marxismo del mondo moderno. Un genio religioso? Possiamo annoverarlo con Buddha, con Mose, con Maometto. Un filosofo? Platone e Aristotele lo possono prendere in loro compagnia. Un indagatore del sociale? Potrebbe stare con gli Enciclopedisti del XVIII secolo e con Marx. Un agitatore? Come lui e più efficaci di lui, ci sarebbero Spartaco, Masaniello, Bakunin. Un liberatore? Mettiamolo con Simon Bolivar e con Giuseppe Garibaldi. Un uomo di cui non si può sapere nulla di certo? Se ne danno altri esempi: Omero, Pitagora, lo stesso Socrate sarebbero a lui assimilabili.
(V parte) continua
Giacomo Biffi, Identità di Gesù, L’Osservatore Romano – 20 gennaio 2012
