Papa Ratzinger promuove lo sviluppo organico della Liturgia
Al tempo stesso, però, la liturgia è ritenuta come semper reformanda, così che alla fine è la rispettiva «comunità » a fare la «propria» liturgia, nella quale esprime se stessa. Un «Compendio liturgico» protestante ha presentato recentemente la liturgia come «progetto di riforma», esprimendo con ciò la posizione di coscienza di molti liturgisti anche cattolici. Vi sono poi, inversamente, i critici accaniti della riforma liturgica – non solo della sua applicazione concreta, ma anche dei suoi fondamenti conciliari. Essi vedono la salvezza solo nel completo rifiuto della riforma. Tra i due gruppi dei riformatori radicali e dei loro altrettanto radicali oppositori si perdono le voci di coloro che ritengono la liturgia come qualcosa di vivo, che pertanto mediante l’accoglienza e il rifiuto cresce e si rinnova; ma costoro, con la stessa logica, insisto¬no anche sul fatto che non può esserci crescita senza conservazione dell’identità e sottolineano inoltre che un corretto sviluppo è possibile solo nel premuroso rispetto delle leggi strutturali di questo «organismo»: come un giardiniere accompagna ciò che è vivo nel suo sviluppo, pone attenzione alle sue forze vitali ed alle loro leggi intrinseche, così anche la Chiesa dovrebbe rispettosamente accompagnare il cammino della liturgia attraverso i tempi, distinguendo bene ciò che le giova e la tiene in salute da ciò che le fa violenza e la distrugge.
Se le cose stanno così, bisogna cercare di esplorare l’intima strutturazione di un rito e le sue leggi vitali, per trovare così anche i modi giusti per conservarne, rafforzarne, rinnovarne la vitalità lungo i tempi mutevoli.
(J. RATZINGER, Teologia della Liturgia, Città del Vaticano 2010, 788-789)