La nostra ricerca prende le mosse dall’articolo del Prof. Giorgio Corbellini: Note sulla formazione del can. 1274 (e dei cann. 1275 e 1272) del «Codex Iuris Canonici»
Negli ultimi anni, la tematica concernente il sostentamento del clero è stata oggetto di molti studi e ricerche, sia sul versante storico, sia nell’ambito giuridico applicativo.
La nostra ricerca prende le mosse dall’articolo del Prof. Giorgio Corbellini: Note sulla formazione del can. 1274 (e dei cann. 1275 e 1272) del «Codex Iuris Canonici», nel quale si auspica l’approfondimento cognitivo di tale normativa che innova radicalmente il sistema di sostentamento economico del clero1.
L’obiettivo è dunque quello di articolare un elaborato entro il quale i numerosi studi esistenti possano trovare una sistematica collocazione.
Non sarà, tuttavia, possibile essere esaustivi su ogni argomentazione particolare, rischiando così di perdere la finalità esegetico giuridica di tale ricerca, ma si cercherà di esprimere in modo scientificamente documentato tutte quelle istanze, che, dai primordi della Chiesa sino ad oggi, si sono evidenziate in ordine al sostentamento del clero, senza perdere di vista il tema di fondo che, avendo presente l’iter di formazione dei sopra menzionati canoni, consiste nell’illustrare i contenuti della normativa del CIC in materia di sostentamento del clero, con attenzione alla sua concreta applicazione, soprattutto, anche se non esclusivamente, in Italia.
Se nel passato si era giunti a configurare l’istituzione beneficiale come strumento peculiare di remunerazione del clero, i tempi odierni ci pongono di fronte ad una pluralità di situazioni locali, ognuna con la propria specificità, che richiedono soluzioni molteplici ed adeguate.
La meta sarà quella di fornire un quadro d’insieme che possa raccogliere la diversità delle esperienze segnalandone, in pari tempo, quegli elementi di coesione che le riconducono al comune riferimento della normativa canonica.
Il percorso lungo il quale ci muoveremo sarà costituito da cinque tappe corrispondenti ai cinque capitoli della nostra tesi.
Nel primo capitolo tratteggeremo l’evoluzione storica del concetto e dei mezzi concreti di remunerazione dei ministri del culto dai primi secoli della Chiesa fino alla formazione dell’istituto beneficiale, del quale esamineremo lo sviluppo fino alla normativa tridentina, nonché le diverse definizioni canonistiche di tale istituto lungo il corso dei secoli.
Il secondo capitolo sarà dedicato all’analisi della codificazione del 1917, evidenziando non solo i lineamenti essenziali del sistema beneficiale, ma anche la definizione che dalla codificazione emerge circa il ministero sacro in relazione a detto sistema, ossia il diritto al sostentamento in forza del titolo di ordinazione.
La terza tappa del nostro cammino sarà dedicata alla riflessione che, al riguardo, è stata formulata nell’ambito del Concilio Vaticano II, ove si è giunti a porre in risalto il diritto dei presbiteri a ricevere un’equa remunerazione perché dediti al servizio di Dio nell’adempimento del loro ufficio.
Partendo dalle proposte pervenute previamente dai Vescovi e da diverse istituzioni ecclesiali, rivisiteremo i lavori conciliari che giunsero alla formulazione dei nn. 17, 20 e 21 del Decreto Presbyterorum Ordinis, evidenziando quelle indicazioni che costituiscono il fondamento dottrinale della nostra ricerca.
Saranno proprio tali indicazioni a costituire la direzione lungo la quale si è articolato il lavoro svolto dal competente Coetus studii della Pontificia Commissio Codici Iuris Canonici Recognoscendo che ha curato la revisione del Codex Iuris Canonici del 1917 fino a giungere alla promulgazione del nuovo Codice del 1983.
Il quarto capitolo della nostra ricerca è, infatti, dedicato all’analisi del sostentamento del clero nella vigente codificazione mediante la lettura, l’analisi e la ricostruzione della storia redazionale dei canoni 1272, 1274 e 1275.
Infine, il quinto capitolo, tenterà di fornire un quadro d’insieme dei modelli concreti di sostentamento del clero in ambito europeo, con particolare attenzione alla legislazione concordataria italiana.
Il confronto tra le modalità applicative della norma canonica, anche se solo in ambito europeo, e l’iter di formazione della medesima, esposto nella parte centrale della tesi, si vorrebbe che assuma il valore di una indagine tesa a quantificare il grado di sensibilità e di fattiva rispondenza delle Chiese locali alle istanze codiciali che, in argomento, sono state radicalmente innovative, nonché l’incidenza che le stesse hanno assunto in ambito concordatario.
Com’è facile intuire, il percorso intrapreso è assai articolato, così come lo è la bibliografia che abbiamo potuto consultare.
Si auspica che il presente lavoro possa giovare a chi leggerà queste pagine, così com’è stato assai utile per noi, non solo ad acquisire un’appropriata metodologia di studio e di ricerca, ma soprattutto per valutare il grado di attenzione che la comunità ecclesiale, nel corso dei tempi ha riservato ai propri ministri.
Un’attenzione, quella del sostegno economico riservato al clero, che rientra nel campo assai più vasto del dovere proprio di tutti i battezzati di sovvenire alle necessità della Chiesa. Tale dovere non deriva soltanto dal principio elementare, secondo il quale ogni forma di aggregazione stabile di persone, che perseguono finalità comuni, è responsabile dei servizi e delle risorse che le sono necessari per vivere e diffondersi.
Deriva, più profondamente, da una precisa idea di Chiesa, quella che il Concilio ci ha insegnato: una Chiesa che è manifestazione concreta del ministero della comunione e strumento per la sua crescita, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede a ciascuno l’impegno della corresponsabilità, da vivere in termini di solidarietà non soltanto affettiva ma anche effettiva, partecipando, secondo la condizione ed i compiti propri di ciascuno, all’edificazione storica e concreta della comunità ecclesiale.
Solo in tal senso potrà costantemente avverarsi l’augurio che il Papa Giovanni Paolo II rivolse al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 5 agosto 1985, dopo l’entrata in vigore della riforma concordataria: «Il nuovo sistema di sostentamento del clero contribuisca a rendere più viva la coscienza dei sacerdoti e dei fedeli di appartenersi gli uni agli altri, e di essere tutti, ciascuno in conformità al proprio stato e secondo le proprie capacità, responsabili della vita e dell’azione della Chiesa».